milonga | Milango Tango https://milangotango.com Corsi di Tango a Milano Tue, 20 Sep 2016 10:26:44 +0000 it-IT hourly 1 L’origine del nome https://milangotango.com/lorigine-del-nome/ Tue, 25 Aug 2015 18:23:20 +0000 http://www.milangotango.com/?p=3588 Ipotesi sulla nascita del termine tango Trattandosi di un miscuglio di diversi mondi musicali e coreutici, anche nel suo nome confluiscono le varie culture che lo hanno generato, e la tradizione orale del tango dà...

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Ipotesi sulla nascita del termine tango
immagine di una coppia di tangueri

Ballare il tango

Trattandosi di un miscuglio di diversi mondi musicali e coreutici, anche nel suo nome confluiscono le varie culture che lo hanno generato, e la tradizione orale del tango dà adito a mille interpretazioni senza nessuna certezza.

L’ipotesi più probabile è quella dell’origine africana: sembra che il termine tango designasse il porto dell’ Africa in cui i trafficanti di schiavi neri da portare in America raccoglievano la loro “merce”, e anche il posto, in terra americana, dove li vendevano.

percussioni africane

percussioni africane

Alcuni lo vedono come deformazione della parola “tambor”, tamburo, strumento immancabile della musica nera, anche se estraneo al tango, che, per estensione, simboleggiava i luoghi dove si erano insediati i neri: il termine tambor pronunciato dai neri era tambò, poi tangò e successivamente l’accento, da tronco, si fa piano, divenendo “tango”.

Un’altra suggestiva ipotesi sulla nascita etimologica del termine è che derivi da Shangò, la maggiore divinità Yorubà, il dio delle tempeste e della folgo­re, che domina anche la danza e la musica.

Nel 1926 appare “Cosas de Negros” dell’uruguayano Vicente Rossi, il primo libro che affronta il tango come un serio oggetto di studio, in cui si sostiene che il tango proviene dalla Milonga, la quale a sua volta deriva dal Candombe, creato e coltivato dai neri di Montevideo nelle loro Accademie di danza.

Candombe di Pedro Figari

Candombe di Pedro Figari

Nei quadri dell’uruguayano Pedro Figari (1861-1938), i neri che ballano il Candombe uno di fronte all’altro, con le gambe piegate quasi a sembrare seduti, e il bacino in avanti, e in alcuni momenti si abbracciano a coppie, con forme che ricordano davvero tanto il tango.
Il ritornello del candombe “Caràm cum ta” ha la stessa scansione di “Café con pan”, facile formula mnemonica di cui ancora oggi si servono gli strumentisti dei complessi per eseguire un ritmo onnipresente nella musica caraibica, che costituisce la base del tango rioplatense.

Il ritmo “Café con pan” marcava i passi della Pasacalle e della Contra­danza che ballavano i padroni creoli, ma anche quelli dei loro schiavi che li imitavano.

I neri di Cuba chiamavano il Candombe “Tango Congo”. I bianchi lo chiamavano Habanera, un sinonimo indovinatissimo per cancellare le tracce africane.

Nel Rio de la Plata il ritmo Tango Congo o Habanera viene chiamato Milonga. Anche questo termine è di derivazione africana; proviene dal dialetto kimbunda e significa “parola, chiacchiera”, a indicare il fatto che questo genere musicale veniva cantato, con un ritmo di 3+3+2. Questa scansione ritmica viene usata molto dal tango d’avanguardia, e ne diventa una sorta di punto distintivo.

Un’altra ipotesi, in verità poco accreditata, fa derivare il termine dal latino “tangere” ovvero “toccare”.

 

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Un po’ di storia https://milangotango.com/un-po-di-storia/ Fri, 17 Jul 2015 22:27:17 +0000 http://www.milangotango.com/?p=3552 Le origini del Tango Argentino La nascita del tango (come anche moltissime altre cose, in una lotta campanilistica senza fine) viene disputata tra argentini di Buenos Aires, (porteños) e uruguayani (orientales). La Reina del Plata, la...

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Le origini del Tango Argentino

La nascita del tango (come anche moltissime altre cose, in una lotta campanilistica senza fine) viene disputata tra argentini di Buenos Aires, (porteños) e uruguayani (orientales).
La Reina del Plata, la regina del Mar del Plata è la metropoli, Buenos Aires, e non certamente la piccola capitale uruguayana, Montevideo, ma sulle origini del tango non ci sono certezze, ed è sicuro che molto hanno contribuito entrambe alla sua storia.

Non si può risalire alle sue origini  con grande precisione poiché il Tango è di certo una somma di molti elementi musicali e coreutici che si sono mescolati nel tempo.

L’unica certezza è che nasce a Buenos Aires alla fine dell’800 e fra i suoi progenitori si individuano l’Habanera, la Milonga, il Candombe, e forse il riferimento al Candombe era solo una presa in giro dei neri che ballavano le loro danze, fatta dai bianchi.

Verso il 1880 moltissime persone immigrarono in Argentina, paese enorme e con una densità di popolazione molto scarsa, alla ricerca di una condizione di vita migliore. Nelle periferie di  Buenos Aires il miscuglio di culture e di razze era enorme, e si trattava sempre di persone provenienti da vari paesi, con un grande senso di nostalgia, emozione che si sente fortemente nel tango.

Le prime volte in cui compare nella stampa la parola tango:
– Il 9 ottobre 1859, a Tucuman in Argentina, in uno spettacolo teatrale annunciato dal giornale argentino “El Eco del Norte”.
– Nel 1866, a Montevideo, quando fu ballato per la prima volta il tango El Chicoba, come afferma Vicente Rossi nel suo libro “Cosas de Negros”.
– Assai prima del 1862, secondo lo spartito di zarzuela più antico in possesso del collezionista argentino Bruno Cespi, intitolato El Reldmpago (“Il Lampo”), edito a Montevideo

Il mito del gaucho

Bernabé Simarra

Bernabé Simarra

Una figura chiave dei primordi del tango è il Gaucho, una sorta di cowboy solitario, personaggio poetico e mitico, con coltello e chitarra, vive nelle pampas, un misto di indio e spagnolo, mandriano e avventuroso, giunge in città, dove i cavalli, tutt’altro che liberi, forniscono forza motrice ai tram pubblici appena appaltati dagli inglesi, e prova un acuto senso di estranei­tà, non ritrovando gli elementi del suo mondo. Spesso, per reazione, diventa un Compa­dre, elegante, arrogante guappo di periferia facinoroso, ama la città, la vita notturna e la compagnia. Oppure diventa un Compadrito, il bullo sconclusionato, tutto chiacchiere ed esteriorità, che non si tira indietro se gli capita l’occasione di avere una donna da sfruttare.
Il personaggio del Gaucho “fa subito folklore argentino”, tanto che Bernabé Simarra, ballerino famoso e bravissimo, per “vendere” il suo personaggio in Europa, si traveste da gaucho, per dare alla sua danza, nata in realtà in città, un’aria più caratteristica, e guadagnarsi il pane con la ricca clientela dell’Hotel Excelsior del Lido di Venezia.

Il Tango e la Spagna

Uno dei primi tango scritti su pentagramma fu il celebre brano La Paloma, opera del basco Sebastian de Yradier (1809-1865). I marinai lo portarono a Cadice, città nella quale prende piede, soprattutto nel mondo della Zarzuela, opera di teatro musicale tipica spagnola, col nome di tango o, meglio, di tanguillo.

Il riferimento generico alla musica spagnola è di moda e viene sempre dato creando temi di Habanera, come la notissima aria della Carmen di Bizet “E’ l’amore uno strano augel” (1875), o la Rapsodie Espagnole di Ravel, del 1906.

Il Tango come genere flamenco, è ben diverso dal tanguillo operistico di cui sopra. Nessuno sa dire quali parentele ci siano fra i due generi musicali, e quale sia nato prima, nonostante i molti studi, ma resta chiaro che sono molto diversi fra loro, sia dal punto di vista della danza che della musicalità.

Una cosa è certa riguardo all’arrivo del tango argentino in Spagna: il compositore spagnolo Isaac Albéniz (1860-1909) è stato influenzato da quella musica nello scrivere i suoi bellissimi concerti di Tangos per pianoforte.

Il “tano”, l’italiano emigrato in Argentina

Non bisogna lasciarsi fuorviare da pseudonimi come Julian Centeya (all’anagrafe Amleto Vergiati), Hugodel Carril (Piero Fontana), Rodolfo Lesica (Rodolfo Alberto Aiello), Ray Rada (Raymundo Rogatti), Pepita Avellaneda (Josefa Calatti), Valeria Lynch (Maria Cristina Lancellotti) o Alba Solis (Angela Herminia Lamberti): i cognomi italiani nella storia dei protagonisti del tango raggiungono facilmente il 90 per cento, nonostante la percentuale di popolazione di origine italiana sia di gran lunga più modesta.
I titoli dei brani e i nomi d’arte di musicisti e ballerini spesso si riferiscono alla lingua italiana, e a volte i temi musicali sono ripresi da canzoni popolari italiane, care agli immigrati.

Anche il tango ha contribuito a diffondere lo stereotipo dell’italiano coi baffi, che beve e piange molto, che canta O Sole Mio mentre mangia spaghetti. In Argentina questo personaggio si chiama “tano”, italiano.

Compositori, strumentisti, direttori d’orchestra, ballerini, parolieri, gli italiani hanno dato al tango un apporto storico di grande rilevanza, partecipando in prima persona sia alla sua gestazione, sia alla sua evoluzione.

 

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Il Galateo della milonga https://milangotango.com/il-galateo-della-milonga/ Sun, 24 May 2015 16:21:32 +0000 http://www.milangotango.com/?p=69 Come comportarsi nelle serate dedicate Considerando che il tango è una danza tradizionale, se ne devono rispettare la storia e le consuetudini. Un tempo uomini e donne erano seduti in zone diverse, sui lati opposti...

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Come comportarsi nelle serate dedicate

Considerando che il tango è una danza tradizionale, se ne devono rispettare la storia e le consuetudini.

Un tempo uomini e donne erano seduti in zone diverse, sui lati opposti della sala. L’uomo poteva guardare da lontano la donna (mirada), a patto che non fosse accompagnata da un uomo e che fosse seduta, e cercava di mantenere lo sguardo fisso fino a che anche la donna lo avesse ricambiato. A questo punto le faceva un cenno con il capo (cabeceo), aspettando la sua risposta. In caso affermativo, l’uomo si alzava e si avvicinava al tavolo della donna, aspettandola nella pista. Alla fine della tanda, il dovere del ballerino era di riaccompagnare la ballerina al suo posto. Se la donna vuole ballare ancora, lo farà capire al suo cavaliere.
Questo galateo è ancora in uso oggi, anche se sono tollerati comportamenti diversi.
Il ballerino così si garantisce di non ricevere un rifiuto e di poter ballare con una donna che ha scelto, senza che qualcun altro arrivi prima di lui ad invitarla. Dal canto suo, la donna può scegliere se dire di sì o di no, senza l’imbarazzo di dover rifiutare direttamente.
Questa usanza permette di poter ballare più spesso nella serata, e di sperimentarsi anche con persone sconosciute.
Alla fine della tanda è obbligatorio liberare la pista per permettere la visuale più completa a tutti. Inoltre, non si deve mai attraversare la pista durante il ballo.

Il fatto che un uomo si avvicinasse al tavolo della donna, o peggio ancora la toccasse, era considerato un comportamento sconvenientemente invadente, irrispettoso della volontà della danzatrice. Tranne casi eccezionali in cui questo viene permesso ufficialmente, non è mai la donna ad invitare un uomo.

Alcuni consigli di comportamento

Si consiglia agli uomini di portare una camicia di ricambio perché per una donna non è piacevole ballare con una persona grondante di sudore!

Nella Milonga si balla sempre in senso antiorario, lungo il bordo della pista, e non si procede a zig zag, per non essere di intralcio agli altri ballerini. Poiché è l’uomo che guida e che deve controllare se gli spazi circostanti siano già occupati, è buona regola che non faccia passi indietro perché in quel momento non sa che cosa stia succedendo alle sue spalle e rischia di creare ostacoli e disagi. Essendo anche responsabile delle scelte di movimento della sua ballerina, oltre che delle proprie, l’uomo deve evitare sempre di fare passi grandi e di alzare le proprie gambe o quelle della partner in volo se la pista è affollata. Per lo stesso motivo è anche assolutamente sconsigliato eseguire figure che richiedano il fermarsi in un posto.

Lo spazio è solitamente ristretto. Poiché non si può assolutamente prevedere cosa succederà alle spalle dell’uomo (che guidando ha la responsabilità della coppia) il passo all’indietro dell’uomo, sarebbe assolutamente da evitare.

A nessuno fa piacere sentirsi invitati come seconda scelta, quindi occorre che il ballerino scelga 2 o 3 donne e cominci a fissarne una senza distogliere gli occhi, appena parte la nuova tanda; se lei non risponde allo sguardo, meglio deviarlo subito sulla seconda prescelta. Se per caso si incrocia lo sguardo di un potenziale partner indesiderato, sarà sufficiente spostarlo. L’entusiasmo (o la sua assenza) verrà avvertito nella danza.

Danzando con una ballerina nuova, è buona regola non eseguire passi difficili al primo tango o comunque fino al momento in cui non si sia capito quale sia il suo livello di preparazione, poiché non la si deve mettere a disagio mostrando le proprie abilità tecniche. Inoltre i passi complicati spesso ostacolano la fruizione della musica.

Per correttezza, non si devono fare commenti né impartire correzioni o lezioni: e comunque occorre lasciare molto libero l’altro di esprimersi come meglio crede: nulla deve distrarre dalla danza e dal godimento della musica.

Altra consuetudine è non parlare durante la danza. Nella tradizione, il momento per scambiare una parola è la fine della tanda.
Anche chi è seduto deve parlare il meno possibile, e comunque non sono ammessi comportamenti che disturbino l’altrui fruizione della musica.

In generale, si ammettono errori da parte dei neofiti, ma chi è un frequentatore delle milonghe deve conoscerne e rispettarne i codici.

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Milonga e Vals https://milangotango.com/milonga-vals/ Wed, 08 Apr 2015 19:12:59 +0000 http://www.milangotango.com/?p=21 Milonga, Vals Milonga La milonga è una danza in 2/4, mentre il tango è in 4/4. Si tratta di un genere musicale più antico del tango, dal quale il tango stesso deriva. La Milonga deriva...

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Milonga, Vals

Milonga

foto milonga tango

Danzare la Milonga

La milonga è una danza in 2/4, mentre il tango è in 4/4. Si tratta di un genere musicale più antico del tango, dal quale il tango stesso deriva. La Milonga deriva a sua volta dal Candombé, genere musicale di origine africana.
La milonga è più rapida e sincopata.
Esiste un tipo di Milonga, detta “milonga campera”, che non è adatto alla danza: si tratta di brani più antichi, suonati solo con la chitarra; in una serata non vengono mai proposti, proprio perché non si prestano ad essere ballati, non avendo un ritmo da seguire.
Dal punto di vista delle forme del movimento, la milonga si danza in modo apparentemente simile al tango, ma lo spirito della danza è completamente diverso, e anche la tecnica cambia: i passi sono corti e rapidi e non ci sono pause. Il ritmo è più vivace e imprevedibile, e la danza che ne risulta è interessante e divertente.Si distinguono due diversi stili di danza:
“Milonga lisa”, in cui si balla solo sul tempo, che risulta come un tango rapido, e la “Milonga con traspié”, che è un modo di danzare la Milonga diffuso in Argentina, in particolare a Buenos Aires.
I danzatori nella Milonga con traspié lavorano sul tempo e sul contrattempo.
Non tutti i brani si prestano per essere danzati con il traspié, soprattutto quelli più lenti, che non favoriscono l’accentuazione dei contrattempi.

foto di esibizione di milonga al mosaico di milano

Una esibizione di Milonga al Mosaico di Milano

Il Vals

Il vals, o vals criollo, o vals tango è una danza in ¾, ballata nelle Milongas argentine.
L’apparato tecnico del Vals ricorda molto quello del Tango, ma la danza è molto più fluida: il fatto che i danzatori marchino il primo dei tre tempi della frase ritmica, rende la danza regolare, rotonda. A volte, un cambio viene dato marcando imprevedibilmente il tempo in modo meno simmetrico.

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