danza | Milango Tango https://milangotango.com Corsi di Tango a Milano Tue, 10 Mar 2020 18:59:04 +0000 it-IT hourly 1 Contatti https://milangotango.com/dove-siamo-e-contatti/ Tue, 25 Aug 2015 18:59:29 +0000 http://www.milangotango.com/?p=3594 Contatti [email protected] 3396173388

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L’origine del nome https://milangotango.com/lorigine-del-nome/ Tue, 25 Aug 2015 18:23:20 +0000 http://www.milangotango.com/?p=3588 Ipotesi sulla nascita del termine tango Trattandosi di un miscuglio di diversi mondi musicali e coreutici, anche nel suo nome confluiscono le varie culture che lo hanno generato, e la tradizione orale del tango dà...

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Ipotesi sulla nascita del termine tango
immagine di una coppia di tangueri

Ballare il tango

Trattandosi di un miscuglio di diversi mondi musicali e coreutici, anche nel suo nome confluiscono le varie culture che lo hanno generato, e la tradizione orale del tango dà adito a mille interpretazioni senza nessuna certezza.

L’ipotesi più probabile è quella dell’origine africana: sembra che il termine tango designasse il porto dell’ Africa in cui i trafficanti di schiavi neri da portare in America raccoglievano la loro “merce”, e anche il posto, in terra americana, dove li vendevano.

percussioni africane

percussioni africane

Alcuni lo vedono come deformazione della parola “tambor”, tamburo, strumento immancabile della musica nera, anche se estraneo al tango, che, per estensione, simboleggiava i luoghi dove si erano insediati i neri: il termine tambor pronunciato dai neri era tambò, poi tangò e successivamente l’accento, da tronco, si fa piano, divenendo “tango”.

Un’altra suggestiva ipotesi sulla nascita etimologica del termine è che derivi da Shangò, la maggiore divinità Yorubà, il dio delle tempeste e della folgo­re, che domina anche la danza e la musica.

Nel 1926 appare “Cosas de Negros” dell’uruguayano Vicente Rossi, il primo libro che affronta il tango come un serio oggetto di studio, in cui si sostiene che il tango proviene dalla Milonga, la quale a sua volta deriva dal Candombe, creato e coltivato dai neri di Montevideo nelle loro Accademie di danza.

Candombe di Pedro Figari

Candombe di Pedro Figari

Nei quadri dell’uruguayano Pedro Figari (1861-1938), i neri che ballano il Candombe uno di fronte all’altro, con le gambe piegate quasi a sembrare seduti, e il bacino in avanti, e in alcuni momenti si abbracciano a coppie, con forme che ricordano davvero tanto il tango.
Il ritornello del candombe “Caràm cum ta” ha la stessa scansione di “Café con pan”, facile formula mnemonica di cui ancora oggi si servono gli strumentisti dei complessi per eseguire un ritmo onnipresente nella musica caraibica, che costituisce la base del tango rioplatense.

Il ritmo “Café con pan” marcava i passi della Pasacalle e della Contra­danza che ballavano i padroni creoli, ma anche quelli dei loro schiavi che li imitavano.

I neri di Cuba chiamavano il Candombe “Tango Congo”. I bianchi lo chiamavano Habanera, un sinonimo indovinatissimo per cancellare le tracce africane.

Nel Rio de la Plata il ritmo Tango Congo o Habanera viene chiamato Milonga. Anche questo termine è di derivazione africana; proviene dal dialetto kimbunda e significa “parola, chiacchiera”, a indicare il fatto che questo genere musicale veniva cantato, con un ritmo di 3+3+2. Questa scansione ritmica viene usata molto dal tango d’avanguardia, e ne diventa una sorta di punto distintivo.

Un’altra ipotesi, in verità poco accreditata, fa derivare il termine dal latino “tangere” ovvero “toccare”.

 

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Un po’ di storia https://milangotango.com/un-po-di-storia/ Fri, 17 Jul 2015 22:27:17 +0000 http://www.milangotango.com/?p=3552 Le origini del Tango Argentino La nascita del tango (come anche moltissime altre cose, in una lotta campanilistica senza fine) viene disputata tra argentini di Buenos Aires, (porteños) e uruguayani (orientales). La Reina del Plata, la...

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Le origini del Tango Argentino

La nascita del tango (come anche moltissime altre cose, in una lotta campanilistica senza fine) viene disputata tra argentini di Buenos Aires, (porteños) e uruguayani (orientales).
La Reina del Plata, la regina del Mar del Plata è la metropoli, Buenos Aires, e non certamente la piccola capitale uruguayana, Montevideo, ma sulle origini del tango non ci sono certezze, ed è sicuro che molto hanno contribuito entrambe alla sua storia.

Non si può risalire alle sue origini  con grande precisione poiché il Tango è di certo una somma di molti elementi musicali e coreutici che si sono mescolati nel tempo.

L’unica certezza è che nasce a Buenos Aires alla fine dell’800 e fra i suoi progenitori si individuano l’Habanera, la Milonga, il Candombe, e forse il riferimento al Candombe era solo una presa in giro dei neri che ballavano le loro danze, fatta dai bianchi.

Verso il 1880 moltissime persone immigrarono in Argentina, paese enorme e con una densità di popolazione molto scarsa, alla ricerca di una condizione di vita migliore. Nelle periferie di  Buenos Aires il miscuglio di culture e di razze era enorme, e si trattava sempre di persone provenienti da vari paesi, con un grande senso di nostalgia, emozione che si sente fortemente nel tango.

Le prime volte in cui compare nella stampa la parola tango:
– Il 9 ottobre 1859, a Tucuman in Argentina, in uno spettacolo teatrale annunciato dal giornale argentino “El Eco del Norte”.
– Nel 1866, a Montevideo, quando fu ballato per la prima volta il tango El Chicoba, come afferma Vicente Rossi nel suo libro “Cosas de Negros”.
– Assai prima del 1862, secondo lo spartito di zarzuela più antico in possesso del collezionista argentino Bruno Cespi, intitolato El Reldmpago (“Il Lampo”), edito a Montevideo

Il mito del gaucho

Bernabé Simarra

Bernabé Simarra

Una figura chiave dei primordi del tango è il Gaucho, una sorta di cowboy solitario, personaggio poetico e mitico, con coltello e chitarra, vive nelle pampas, un misto di indio e spagnolo, mandriano e avventuroso, giunge in città, dove i cavalli, tutt’altro che liberi, forniscono forza motrice ai tram pubblici appena appaltati dagli inglesi, e prova un acuto senso di estranei­tà, non ritrovando gli elementi del suo mondo. Spesso, per reazione, diventa un Compa­dre, elegante, arrogante guappo di periferia facinoroso, ama la città, la vita notturna e la compagnia. Oppure diventa un Compadrito, il bullo sconclusionato, tutto chiacchiere ed esteriorità, che non si tira indietro se gli capita l’occasione di avere una donna da sfruttare.
Il personaggio del Gaucho “fa subito folklore argentino”, tanto che Bernabé Simarra, ballerino famoso e bravissimo, per “vendere” il suo personaggio in Europa, si traveste da gaucho, per dare alla sua danza, nata in realtà in città, un’aria più caratteristica, e guadagnarsi il pane con la ricca clientela dell’Hotel Excelsior del Lido di Venezia.

Il Tango e la Spagna

Uno dei primi tango scritti su pentagramma fu il celebre brano La Paloma, opera del basco Sebastian de Yradier (1809-1865). I marinai lo portarono a Cadice, città nella quale prende piede, soprattutto nel mondo della Zarzuela, opera di teatro musicale tipica spagnola, col nome di tango o, meglio, di tanguillo.

Il riferimento generico alla musica spagnola è di moda e viene sempre dato creando temi di Habanera, come la notissima aria della Carmen di Bizet “E’ l’amore uno strano augel” (1875), o la Rapsodie Espagnole di Ravel, del 1906.

Il Tango come genere flamenco, è ben diverso dal tanguillo operistico di cui sopra. Nessuno sa dire quali parentele ci siano fra i due generi musicali, e quale sia nato prima, nonostante i molti studi, ma resta chiaro che sono molto diversi fra loro, sia dal punto di vista della danza che della musicalità.

Una cosa è certa riguardo all’arrivo del tango argentino in Spagna: il compositore spagnolo Isaac Albéniz (1860-1909) è stato influenzato da quella musica nello scrivere i suoi bellissimi concerti di Tangos per pianoforte.

Il “tano”, l’italiano emigrato in Argentina

Non bisogna lasciarsi fuorviare da pseudonimi come Julian Centeya (all’anagrafe Amleto Vergiati), Hugodel Carril (Piero Fontana), Rodolfo Lesica (Rodolfo Alberto Aiello), Ray Rada (Raymundo Rogatti), Pepita Avellaneda (Josefa Calatti), Valeria Lynch (Maria Cristina Lancellotti) o Alba Solis (Angela Herminia Lamberti): i cognomi italiani nella storia dei protagonisti del tango raggiungono facilmente il 90 per cento, nonostante la percentuale di popolazione di origine italiana sia di gran lunga più modesta.
I titoli dei brani e i nomi d’arte di musicisti e ballerini spesso si riferiscono alla lingua italiana, e a volte i temi musicali sono ripresi da canzoni popolari italiane, care agli immigrati.

Anche il tango ha contribuito a diffondere lo stereotipo dell’italiano coi baffi, che beve e piange molto, che canta O Sole Mio mentre mangia spaghetti. In Argentina questo personaggio si chiama “tano”, italiano.

Compositori, strumentisti, direttori d’orchestra, ballerini, parolieri, gli italiani hanno dato al tango un apporto storico di grande rilevanza, partecipando in prima persona sia alla sua gestazione, sia alla sua evoluzione.

 

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Pedagogia del Tango https://milangotango.com/orario-e-pedagogia/ Sun, 05 Jul 2015 17:33:36 +0000 http://www.milangotango.com/?p=3531 Per imparare una danza tanto complessa e completa come il Tango, occorre seguire un percorso di apprendimento ben congegnato. Inizialmente, è importante affrontare lo studio graduale e preciso dei passi, ma soprattutto dell’atteggiamento corporeo...

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Per imparare una danza tanto complessa e completa come il Tango, occorre seguire un percorso di apprendimento ben congegnato.

Inizialmente, è importante affrontare lo studio graduale e preciso dei passi, ma soprattutto dell’atteggiamento corporeo e del comportamento che il danzatore deve tenere nel rispetto delle tradizioni del Tango e della sua musica.
Le varie figure vanno affrontate in tempi successivi, in modo che l’allievo abbia il tempo di familiarizzare con esse ed apprenderle in profondità senza confondersi provando mille passi fatti male, senza capirne il senso.
Quando si studia una danza, è necessario impararne forme e modalità, ma occorre sempre tener conto dell’aspetto fisico e anche “psicologico” dell’apprendimento, perché l’allievo è un essere umano prima che un danzatore, e se lo si ammaestra a danzare in modo meccanico, non potrà mai esprimere nulla, e probabilmente neppure godersi quello che fa. Occorre quindi che possa “digerire” i movimenti, grazie ad una profonda analisi che l’insegnante gli propone, per poter riprodurre il gesto in modo preciso ma non meccanico, anzi, in maniera sentita e personale, rimanendo nell’ambito della tradizione.

Nelle lezioni di tango il clima deve essere attento ma mantenersi simpatico, piacevole ed accogliente, in modo da favorire un apprendimento sereno ed efficace, e la concentrazione è sempre molto alta per imparare nel modo migliore, senza portarsi dietro eventuali “vizi” poi difficili da correggere.
Un elemento fondamentale nel tango è la consapevolezza di sé e l’ascolto del partner: la comunicazione in questa danza è tutto. Durante le lezioni deve essere dedicato molto tempo all’esercizio in coppia, e le coppie devono venir fatte scambiare di frequente, per permettere agli allievi di adattarsi a corpi e a modalità di movimento diverse, senza acquisire l’abitudine a prevedere la risposta del partner: nel ballare il tango occorre stare in ascolto di ciò che l’altro fa, percepirne le intenzioni e mantenere aperta la comunicazione.

Una volta in milonga, sarà importante poter ballare con chiunque, a prescindere dalle sue competenze e dalla sua formazione, per cui mantenere la versatilità e l’adattabilità è molto prezioso.

Una maniera erronea di ballare il tango è quella che avviene attraverso l’apprendimento di pure e semplici coreografie, nelle quali ognuno sa esattamente che cosa deve fare e non deve ascoltare la risposta creativa dell’altro. In tal modo si crea una vera e propria falsificazione di questa forma di danza, che è nata proprio dall’improvvisazione e dalla comunicazione di due corpi, di due equilibri, del sentire la musica in due modi diversi che dialogano fra loro. Senza la risposta dell’uno, non esiste quella dell’altro.

Il Tango nella sua essenza non sarebbe una danza da esibizione, proprio perché si gioca in una dimensione intima, all’interno della coppia, che lavora come se fosse immersa all’interno di un cilindro chiuso. La bellezza della sua fluidità e delle sue forme, lo rende certamente molto interessante anche per il pubblico, ma lo scopo primario di questa danza non è l’estetica ma la comunicazione.

Trattandosi di una forma d’arte viva e contemporanea, è normale che sia in continua evoluzione, che si sviluppino nuove modalità espressive e musicali, mode, a volte passeggere ed altre volte più stabili, è logico che la qualità di movimento di alcuni bravissimi danzatori, le loro caratteristiche e i loro passi creativi vengano presi ad esempio e imitati da molti altri ballerini, creando uno stile dinamico, vivo e che si evolve. Non si può ballare oggi come si faceva nel 1930. Il fatto stesso che il Tango si sia diffuso ormai nei 5 continenti lo porta ad evolversi, a subire influenze di altri generi musicali e di altre forme di danza e teatro, e non avrebbe senso limitarlo ad essere quello che era nelle sue origini.
Il tutto però deve mantenere la fedeltà alle radici culturali ed espressive argentine, e alla forte dinamica espressiva all’interno della coppia, che è proprio il suo segnale distintivo.

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Il Galateo della milonga https://milangotango.com/il-galateo-della-milonga/ Sun, 24 May 2015 16:21:32 +0000 http://www.milangotango.com/?p=69 Come comportarsi nelle serate dedicate Considerando che il tango è una danza tradizionale, se ne devono rispettare la storia e le consuetudini. Un tempo uomini e donne erano seduti in zone diverse, sui lati opposti...

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Come comportarsi nelle serate dedicate

Considerando che il tango è una danza tradizionale, se ne devono rispettare la storia e le consuetudini.

Un tempo uomini e donne erano seduti in zone diverse, sui lati opposti della sala. L’uomo poteva guardare da lontano la donna (mirada), a patto che non fosse accompagnata da un uomo e che fosse seduta, e cercava di mantenere lo sguardo fisso fino a che anche la donna lo avesse ricambiato. A questo punto le faceva un cenno con il capo (cabeceo), aspettando la sua risposta. In caso affermativo, l’uomo si alzava e si avvicinava al tavolo della donna, aspettandola nella pista. Alla fine della tanda, il dovere del ballerino era di riaccompagnare la ballerina al suo posto. Se la donna vuole ballare ancora, lo farà capire al suo cavaliere.
Questo galateo è ancora in uso oggi, anche se sono tollerati comportamenti diversi.
Il ballerino così si garantisce di non ricevere un rifiuto e di poter ballare con una donna che ha scelto, senza che qualcun altro arrivi prima di lui ad invitarla. Dal canto suo, la donna può scegliere se dire di sì o di no, senza l’imbarazzo di dover rifiutare direttamente.
Questa usanza permette di poter ballare più spesso nella serata, e di sperimentarsi anche con persone sconosciute.
Alla fine della tanda è obbligatorio liberare la pista per permettere la visuale più completa a tutti. Inoltre, non si deve mai attraversare la pista durante il ballo.

Il fatto che un uomo si avvicinasse al tavolo della donna, o peggio ancora la toccasse, era considerato un comportamento sconvenientemente invadente, irrispettoso della volontà della danzatrice. Tranne casi eccezionali in cui questo viene permesso ufficialmente, non è mai la donna ad invitare un uomo.

Alcuni consigli di comportamento

Si consiglia agli uomini di portare una camicia di ricambio perché per una donna non è piacevole ballare con una persona grondante di sudore!

Nella Milonga si balla sempre in senso antiorario, lungo il bordo della pista, e non si procede a zig zag, per non essere di intralcio agli altri ballerini. Poiché è l’uomo che guida e che deve controllare se gli spazi circostanti siano già occupati, è buona regola che non faccia passi indietro perché in quel momento non sa che cosa stia succedendo alle sue spalle e rischia di creare ostacoli e disagi. Essendo anche responsabile delle scelte di movimento della sua ballerina, oltre che delle proprie, l’uomo deve evitare sempre di fare passi grandi e di alzare le proprie gambe o quelle della partner in volo se la pista è affollata. Per lo stesso motivo è anche assolutamente sconsigliato eseguire figure che richiedano il fermarsi in un posto.

Lo spazio è solitamente ristretto. Poiché non si può assolutamente prevedere cosa succederà alle spalle dell’uomo (che guidando ha la responsabilità della coppia) il passo all’indietro dell’uomo, sarebbe assolutamente da evitare.

A nessuno fa piacere sentirsi invitati come seconda scelta, quindi occorre che il ballerino scelga 2 o 3 donne e cominci a fissarne una senza distogliere gli occhi, appena parte la nuova tanda; se lei non risponde allo sguardo, meglio deviarlo subito sulla seconda prescelta. Se per caso si incrocia lo sguardo di un potenziale partner indesiderato, sarà sufficiente spostarlo. L’entusiasmo (o la sua assenza) verrà avvertito nella danza.

Danzando con una ballerina nuova, è buona regola non eseguire passi difficili al primo tango o comunque fino al momento in cui non si sia capito quale sia il suo livello di preparazione, poiché non la si deve mettere a disagio mostrando le proprie abilità tecniche. Inoltre i passi complicati spesso ostacolano la fruizione della musica.

Per correttezza, non si devono fare commenti né impartire correzioni o lezioni: e comunque occorre lasciare molto libero l’altro di esprimersi come meglio crede: nulla deve distrarre dalla danza e dal godimento della musica.

Altra consuetudine è non parlare durante la danza. Nella tradizione, il momento per scambiare una parola è la fine della tanda.
Anche chi è seduto deve parlare il meno possibile, e comunque non sono ammessi comportamenti che disturbino l’altrui fruizione della musica.

In generale, si ammettono errori da parte dei neofiti, ma chi è un frequentatore delle milonghe deve conoscerne e rispettarne i codici.

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Tandas e Cortinas https://milangotango.com/tandas-e-cortinas/ Sun, 24 May 2015 16:03:05 +0000 http://www.milangotango.com/?p=67 Tandas La tanda è una sequenza che solitamente dura 4 brani e viene proposta in milonga per far ballare le coppie per un certo tempo. Tradizionalmente dopo 4 tandas di tango ce n’è una...

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Tandas

La tanda è una sequenza che solitamente dura 4 brani e viene proposta in milonga per far ballare le coppie per un certo tempo.
Tradizionalmente dopo 4 tandas di tango ce n’è una di vals, di soli 3 pezzi, poi altre 4 di tango e una di milonga.
La tanda deve essere abbastanza omogenea, mantenendo stile, epoca e magari anche autore, poiché se una coppia comincia a ballare su una musica è perché probabilmente la considera un invito alla danza, quindi il gusto della scelta va rispettato.
Termina con una Cortina.

Cortinas

Le cortinas (in spagnolo tende) sono brevi frammenti di un brano della durata di meno di un minuto. Non sono fatti per ballare, ma costituiscono un intermezzo alla fine della Tanda, per permettere ai ballerini di tornare a sedersi o di trovare nuovi partner.

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Le scelte musicali https://milangotango.com/musica/ Sun, 24 May 2015 13:22:21 +0000 http://www.milangotango.com/?p=62 Scelte musicali nel Tango Nel Tango Argentino la danza è la rappresentazione fisica della musica. La musica deve spingere alla danza e rispettare criteri tradizionali. In una serata di solito la scelta musicale prevede...

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Scelte musicali nel Tango

Nel Tango Argentino la danza è la rappresentazione fisica della musica. La musica deve spingere alla danza e rispettare criteri tradizionali.

In una serata di solito la scelta musicale prevede una successione di una “tandas” (turni) di 4 brani omogenei fra loro, separate da brevi intermezzi musicali, detti “cortinas” (tende), che non si ballano e che di solito non appartengono al tango come genere musicale.

Il ruolo del musicalizador, colui che sceglie le musiche, come fa un dj, è fondamentale: deve sentire l’atmosfera che si sta creando in milonga e scegliere i brani migliori di conseguenza, per aiutare i ballerini ad esprimersi al meglio, invitandoli ed incoraggiandoli a ballare ancora. Non si tratta quindi solamente di scegliere buona musica e premere il tanto “play”: i brani devono essere di buona qualità, ovviamente, ma i danzatori devono venire guidati lungo un percorso, come se si stesse loro raccontando una storia.
Troppo spesso le persone sono abituate al concetto di musica di sottofondo, nel loro quotidiano: si va al centro commerciale o in un bar e si fanno altre attività ascoltando distrattamente un brano che risulta assolutamente scollegato da ciò che stiamo vivendo.
La prima cosa che rende interessante la scelta dei pezzi è che chi la attua rispetti la situazione e dia agli utenti ciò che davvero serve loro in quel momento: ciò che vogliono ballare, non ciò che lui pensa che dovrebbero ascoltare!
Va considerato anche il fatto che chi non capisce i testi ha un ostacolo alla comprensione del linguaggio musicale, e quindi vanno scelti brani che abbiano una atmosfera chiara e che siano emozionalmente evidenti.
Oggi l’uso della tecnologia ha grandemente modificato le possibilità di utilizzo della musica: dal vinile, al cd, e poi al computer ci sono grandi differenze. Si può disporre di una varietà impensabile nel passato. E’ quindi adesso possibile creare playlist molto adattabili, sempre considerando di usare buona musica, inserendo brani dell’epoca d’oro del Tango (1935-1955), senza modificare troppo repentinamente il tempo e lo stile musicale, mantenendo però una varietà stimolante, alla ricerca di ciò che possa sostenere la danza e non di ciò che è di moda o di ciò che possa stupire gli ascoltatori.

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Scegliere una scuola – consigli https://milangotango.com/scegliere-una-scuola/ Wed, 15 Apr 2015 19:29:53 +0000 http://www.milangotango.com/?p=30 Guida alla scelta di una scuola Negli ultimi anni il fenomeno moda ha provocato a Milano, in Lombardia e probabilmente in tutta Italia un vero e proprio boom di scuole e insegnanti di questo...

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Guida alla scelta di una scuola

Negli ultimi anni il fenomeno moda ha provocato a Milano, in Lombardia e probabilmente in tutta Italia un vero e proprio boom di scuole e insegnanti di questo ballo. Fioriscono infatti corsi dovunque e la qualità, purtroppo, non contraddistingue sempre tutte le proposte.

Prima di scegliere dove iscriversi, è sempre buona cosa partecipare ad una lezione di prova: magari abbiamo visto ballare il Tango in uno spettacolo, e ci è sembrato meraviglioso, ma il lavoro di apprendimento è lungo e ci dovrà dare piacere il fatto stesso di seguire, non solo il risultato finale di saperlo danzare.

Partecipare alla lezione direttamente ci aiuterà a capire se il metodo di insegnamento che viene proposto è davvero efficace per noi: il semplice guardare altre persone che camminano o che pongono attenzione nel ripetere lo spostamento del peso da un piede all’altro… non è molto significativo per indicarci cosa potremmo imparare noi! Ci aiuterebbe comunque a cogliere l’atmosfera del corso, il carattere dell’insegnante, le scelte musicali, che sono tutti fattori importanti.

Ricorda che da un insegnante antipatico, per quanto competente, forse imparerai poco e mal volentieri, soprattutto se sei ancora all’inizio nello studio.

Gli insegnanti qualificati non si riconoscono dall’appartenenza a federazioni (nelle quali si entra spesso solo pagandone la retta di iscrizione) o da diplomi e riconoscimenti ufficiali (che chiunque potrebbe creare) né tanto meno dal passaporto argentino (ricordiamoci che… non tutti gli argentini ballano il tango, come non tutti gli italiani sono pizzaioli, hanno i baffi e sono mafiosi…).

Un buon insegnante deve avere alle spalle anni di studio con grandi maestri, Argentini o meno, aver vissuto direttamente il tango di Buenos Aires. Ma sopratutto grazie alla sua esperienza, ha sicuramente formulato un personale metodo di insegnamento e uno stile di danza proprio.

La sua lezione deve avere alcune qualità caratteristiche:

– esprimere la sua motivazione all’insegnare con entusiasmo,

– essere chiara e coinvolgente,

– avere a cuore la qualità di movimento degli allievi, sempre nel rispetto delle loro motivazioni: magari noi allievi andiamo solo per divertirci con gli amici, e non abbiamo intenzione di diventare Pablo Veron in 10 lezioni… sarà allora inutile creare un’atmosfera troppo seriosa e cupa.

 

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Che cos’è il Tango Argentino https://milangotango.com/che-cose-il-tango-argentino/ Wed, 15 Apr 2015 19:26:58 +0000 http://www.milangotango.com/?p=28 Il Tango Argentino E’ una danza di coppia nata in Argentina, centralmente a Buenos Aires, alla fine del 1800. Musica e danza sono figlie della complessità culturale stessa dell’Argentina. Fra la fine dell’800 e...

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Il Tango Argentino
foto di Tango argentino in un dipinto

Tango argentino dipinto

E’ una danza di coppia nata in Argentina, centralmente a Buenos Aires, alla fine del 1800.

Musica e danza sono figlie della complessità culturale stessa dell’Argentina. Fra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900, l’Argentina è stata meta di grandi immigrazioni: il paese conserva tutt’oggi i colori dell’ Africa, dell’ Italia, della Germania, della Francia, fusi con quelli delle culture autoctone, in un caleidoscopio fatto di ritmi, melodie struggenti, poesia e ballo.

Il tango come danza nasce dall’improvvisazione, e a più di un secolo dai suoi esordi mantiene questo aspetto fondamentale, resistendo a tutti i tentativi di codificazione.

Il Tango Argentino é una danza viva, che continua ad evolversi nel rispetto delle sue origini, grazie all’apporto di tutti i suoi appassionati nel mondo, professionisti e amatori: é ormai diffuso ovunque, non solo in ogni città d’ Europa e America, ma anche in estremo oriente, in Nuova Zelanda… Data la sua massiccia diffusione in ogni angolo del pianeta, l’aspetto sociale di questa danza, che ha sempre alimentato il ballo di nuova energia e nuovi spunti creativi, negli ultimi anni il Tango è diventato internazionale, e ha creato una fittissima rete di contatti tra ballerini di ogni nazionalità, dando origine ad un vero e proprio “turismo tanguero”: gli appassionati viaggiano parecchio in Argentina ma anche in tutto il mondo per partecipare agli ormai innumerevoli festival internazionali dedicati all’apprendimento , nei quali è anche possibile godere di numerosi spettacoli.

 I ruoli

immagine di danzatori

danzatori

Nascendo in una cultura tradizionale, prevede ruoli differenti per l’uomo e per la donna, che devono acquisire capacità e caratteristiche tipiche. Alla base di tutto resta comunque l’ascolto del partner, la comunicazione nella coppia, l’uso dello spazio e la musicalità.

La capacità di produrre movimenti puliti, fluidi ed eleganti fa la vera differenza fra chi esegue semplicemente un movimento appreso e chi invece danza.

Il ruolo femminile nel tango è caratterizzato dalla capacità di ascolto e da quella di assecondare il movimento dell’uomo: quanto meglio una donna balla, tanto più la sua danza sarà ascolto e risposta. Se l’uomo dovesse esitare nel suo movimento, la donna si dovrebbe limitare a camminare o stare ferma, in attesa di ulteriori segnali.

La qualità più difficile da acquisire per chi danza è sempre… il non fare: il corpo fermo ma espressivo, la camminata semplice ma che è già danza, il gesto apparentemente facile ma eseguito con pulizia  costituiscono l’eleganza e la fluidità del tango. Per ottenere queste qualità è necessario un lavoro specifico, che aiuti chi balla tango a portare consapevolezza in ogni parte del proprio corpo.

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Folklore argentino https://milangotango.com/folklore-argentino/ Wed, 08 Apr 2015 20:43:11 +0000 http://www.milangotango.com/?p=24 Folklore argentino Per questi appunti sul Folklore Argentino si ringrazia Giovanni Bermond Chacarera, Zamba, Gato, Malambo… Sono alcuni fra i ritmi e le danze e le gestualità peculiari della tradizione argentina: tutte danze popolari,...

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Folklore argentino

Per questi appunti sul Folklore Argentino si ringrazia Giovanni Bermond

foto di folklore argentino

Danze del folklore argentino

Chacarera, Zamba, Gato, Malambo…

Sono alcuni fra i ritmi e le danze e le gestualità peculiari della tradizione argentina: tutte danze popolari, queste, di origine prettamente rurale delle province settentrionali dell’Argentina, la cui matrice folkloristica è spesso riconoscibile anche nella cultura popolare di Cile e Perù.

La Chacarera si danza fra coppie indipendenti fra loro, ma che oggi spesso si allineano per sviluppare il ballo utilizzando quindi razionalmente lo spazio di una sala da ballo; la musica allegra della Chacarera dà origine ad una danza maliziosa (picaresca) e si distingue in Chacarera simple, doble, trunca.

Il Gato si danza con il medesimo passo della Chacarera, interpretato da una o due coppie di ballerini; è considerato una danza fra le più antiche del folklore argentino, una danza di ‘galantea’ (corteggiamento) che entra al principio del diciannovesimo secolo dal nord del paese (è conosciuto però anche in Cile e Perù), e successivamente prende piede nella provincia di Buenos Aires facendosi accettare tanto nelle campagne quanto nelle sale da ballo cittadine. Incorporate alla danza ecco comparire le coplas, ovvero le frasi recitate successivamente al completamento del primo zapateo dell’uomo e sarandeo della donna, frasi d’amore da parte del ballerino stesso, con il dichiarato intento conquistatore, dopo le quali ancora riprende la danza per aspettare la ‘risposta’ della donna alla successiva copla.

La Zamba rappresenta l’assedio gentile e cortese di un galan (corteggiatore) verso la donna, che al principio schiva ogni galanteria per ‘arrendersi’ alla fine della danza. La si può distinguere tra Zamba lenta e Zamba carpera (quest’ultima dai toni più spensierati). Questo ballo è un vero e proprio dramma coreografico, al quale la musica presta un contesto sentimentale in cui traspare la tristeza de los amantes: l’inseguimento iniziale che l’uomo mette in atto nei confronti della donna lascia spazio all’alternanza dei momenti di indecisione e approvazione di quest’ultima, che si rivelerà infine propensa ad una buona accoglienza, in una sorta di ‘lieto fine’.

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